mercoledì, 8 dicembre 2010
A Torino, centro noto per i suoi intensi traffici marittimi, c'e' un faro. Un faro vero, con tanto di lanterna rotante, che ogni sera si illumina e per tutta la notte veglia dall'alto sulla città.
E' il faro inserito nella fiaccola del monumento alla Vittoria che si trova al culmine del Parco della Rimembranza, sulle cime piu' alte della collina torinese.
Voluta da Giovanni Agnelli nel decennale della fine della Grande Guerra, la statua-faro e' il solo monumento ai caduti sponsorizzato che io conosca, con tanto di iscrizione commemorativo-pubblicitaria dettata da Gabriele D'Annunzio* — di cui forse si puo' dubitare come poeta, ma che come copy era un genio assoluto.
Con i suoi diciotto metri di altezza (piu' il piedistallo, naturalmente), la statua della Vittoria ha tutta la magniloquenza retorica che ci si puo' aspettare dall'epoca, di passaggio dal liberty al littorio, e dal tema.
Il monumento svetta a coronamento di uno dei parchi piu' belli e piu' amati dai Torinesi — su un gran piazzale bordato di alberi, con lo spettacolo delle Alpi e della citta' davanti. E infatti i Torinesi la guardano poco o nulla, la Vittoria, quando salgono al Colle della Maddalena. Le volgono le spalle e guardano giu' — verso Torino — o davanti verso le montagne.
Cosi' si sente un po' sola — e perfino un po' fuori posto, la Vittoria — anche perche' magari e' un po' torinese nell'animo, e tutto questo farsi vedere, tutta l'enfasi a cui l'hanno costretta da ottantatre' anni a questa parte, la mette perfino a disagio, "la gena un po'".
Chi con la signora Vittoria ha sviluppato un rapporto di confidenza e' It. Poco interessato al sipario delle montagne, per niente attratto dal panorama sulla citta', It trova bellissimo arrampicarsi sul basamento della statuona — senza alcun timore reverenziale, senza alcun rispetto — al massimo con un filo di divertita perplessita':
Per lui la gran mole di pietra e bronzo e' un parco giochi — non la Vittoria dell'Elmo di Scipio, ma ormai nel nostro lessico famigliare "la signora Vittoria", quasi una specie di vecchia zia nella cui gran casa andare a correre e a divertirsi.
A noi piace credere che la signora Vittoria sia contenta di queste visite che, in ogni stagione, alleviano la sua solitudine — e che in fondo in fondo non le dispiaccia contemperare la sua rigida pompa con la vivacita' un po' dispettosa del nostro strambo figliolo.
* Vale la pena di riportare per intero l'iscrizione:
ALLA PVRA MEMORIA
ALL'ALTO ESEMPIO
DEI MILLE E MILLE FRATELLI COMBATTENTI
CHE LA VITA DONARONO
PER ACCRESCERE LA LVCE DELLA PATRIA
A PROPIZIAR COL SACRIFICIO L'AVVENIRE
IL DVREVOLE BRONZO
LA RINNOVANTE SELVA
DEDICANO
GLI OPERAI DI OGNI OPERA
DAL LORO CAPO GIOVANNI AGNELLI
ADVNATI SOTTO IL SEGNO
DI QVELLA PAROLA BREVE
CHE NELLA GENESI
FECE LA LVCE
FIAT LVX: ET FACTA EST LVX NOVA
MAGGIO MCMXV MAGGIO MCMXXVIII