giovedì, 2 aprile 2015
Da papa' di due persone autistiche (non "con autismo" — proprio "autistiche") ogni anno vivo con piu' disagio il 2 aprile. Il fatto e' che dovrei far finta di niente, non leggere niente, ignorare la Mole illuminata di blu e i manifesti con il pezzetto di puzzle in giro dappertutto — e che mi inseguono perfino nella mia posta e su Twitter. Perche' ogni volta che ci casco, ne esco con un faticoso senso di frustrazione e con un po' di mal di stomaco.
Tralascio il tema (che pure e' la causa *principale* del disagio associato all'autismo) dei servizi che mancano, della pubblica amministrazione che ci rende la vita complicata e nega i diritti elementari dei nostri figli, salvo cavarsela una volta l'anno con qualche monumento illuminato di blu. Ma non riesco a rassegnarmi al fatto che, anche con le migliori intenzioni, chi parla e scrive di autismo oscilla il piu' delle volte tra pregiudizi, una compassione inutile quando non offensiva (e quando non pelosa) e una radicale disinformazione.
No — la giornata della consapevolezza non sta aiutando a diffondere consapevolezza. Anche perche' temo che troppo pochi genitori siano davvero orgogliosi dei loro splendidi figli autistici: e se non siamo capaci noi di mostrare la loro bellezza, come possiamo sperare che qualcun altro sia abbastanza attento da vederla?