domenica, 15 febbraio 2015
Non sono un pacifista per principio, tutt'altro. Sono convinto della necessita' che l'Europa abbia una capacita' militare robusta e che si metta in condizione di utilizzarla a tutela dei propri interessi, sia in termini di deterrenza che in termini di intervento (la capacita' di attuare il secondo e' condizione della prima). Per questo non mi sono mai accodato alla facile retorica del taglio delle spese militari — e men che meno all'antimilitarismo a basso costo che contraddistingue tanta parte dell'opinione pubblica italiana.
Ho qualche dubbio in piu' sul fatto che abbia senso — oggi — un dispositivo nazionale italiano non integrato in una politica europea di difesa (e di conseguenza in una politica estera europea): le sfide sono troppo complesse per essere affrontate a livello nazionale, come dimostra perfino l'estrema difficolta' a mantenere nel tempo un'operazione di SAR a rischio bassissimo come e' stata Mare Nostrum.
Per questo mi sento gelare il sangue a sentir ministri del Governo blaterare di un'operazione militare in Libia, con una leggerezza che non so se sia piu' dettata da stupidita' o malafede. Per centomila ragioni, e' una pessima idea — e certamente non e' con cinquemila soldati che si puo' pensare di guidarla — e soprattutto di vincerla sul terreno. Risparmio di scrivere un pippone su questo tema, e rimando a quanto Romano Prodi
e Mimmo Candito hanno detto sull'argomento.