lunedì, 27 febbraio 2012
lunedì, 27 febbraio 2012
giovedì, 23 febbraio 2012
"A questi redditi sono arrivata solo dopo anni di duro lavoro, supportato da tanta passione", dichiara la ministra Severino, a proposito del suo reddito (lordo, per carita'!) di sette milioni di euro. E aggiunge: "Imbarazzo no, perché guadagnare non è un peccato se lo si fa lecitamente, producendo altra ricchezza e pagando le tasse".
Io mi considero un privilegiato, tutto sommato. E mi considero uno che ha alle spalle "anni di duro lavoro" — e che quando piu' quando meno ci ha messo tanta passione — e certamente che ci ha messo tempo, energie, risorse. E in un anno, al lordo, guadagno meno di un centesimo di quello che guadagna la ministra. Ho ben chiaro che c'e' gente che sta molto peggio di me — e che dopo una vita di lavoro duro (ma duro davvero, quello che spezza la schiena, che fa venire malattie professionali, che espone al rischio di incidenti — mica i nostri mestieri da scrivania), guadagna trecento volte meno della Severino.
Ecco, io credo che niente giustifichi questo divario — che non ci sia nessun lavoro che puo' valere trecento volte piu' di quello di un altro. Che non ci sia nessun vantaggio sociale a pagare una persona cosi' tanto. E che quindi quella sia ricchezza sottratta a una piu' ragionevole e piu' equa distribuzione. Percio' che la Severino dica di non provare imbarazzo, di non vergognarsi nemmeno un po' di fronte agli Italiani dimostra soltanto che i sette milioni le sono serviti anche per procurarsi una robusta faccia di tolla (o magari quella ce l'aveva gia' in dotazione dalla nascita…). Soprattutto visto che il suo governo non sta facendo niente per chiudere la forbice della distribuzione del reddito e della ricchezza, che da anni si sta allargando.
(Nel ragionamento sul mercato del lavoro, ce lo vogliamo mettere un collegamento obbligatorio tra retribuzioni minime e massime?)
giovedì, 16 febbraio 2012
Approfitto di questo bel post di Simone Fanti per rincarare la dose. Anche It e' stato chiamato alla visita di revisione, con tanto di minacce di revoca del suo assegno di accompagnamento in caso non si fosse presentato. Lo sanno tutti: l'autismo e' una condizione permanente, da cui non c'e' "guarigione". Quindi nessuna possibilita' che il grado di invalidita' di It diminuisca o si annulli. Tanto e' vero che le normative prevedono in una serie di situazioni, tra cui quella di nostro figlio, l'esenzione dai controlli periodici. L'INPS non se n'e' data per intesa e ci ha convocati lo stesso. Naturalmente in orario scolastico — e tanti saluti a una fetta significativa delle non tante ore in cui la scuola pubblica si degna di accogliere nostro figlio. Naturalmente in orario di lavoro — e tanti saluti a un po' di ore di miei permessi della 104 — in un mese gia' martoriato dalle emergenze piu' varie (dalla neve alle vacanze di carnevale).
La visita in se' e' durata pochi minuti — in cui la commissione ha preso atto che — guarda caso — It e' sempre autistico — e ha confermato la sua invalidita' totale — e il suo diritto all'indennita' di accompagnamento. Il tutto si e' risolto in un bello spreco di tempo (nostro) e di denaro pubblico. Tra l'altro la commissione aveva almeno la possibilita' di disporre l'esenzione di It dai futuri controlli: cosa che si e' ben guardata dal fare. Chissa' mai che domani nostro figlio si svegliasse tutto neurotipico.
E' un episodio minore — e alla fin fine e' andata pure a finir bene. Ma e' un fatto: c'e' un'offensiva vessatoria contro i *veri* invalidi — l'ennesima faccia feroce che tocca i bersagli sbagliati — e che serve soltanto ad alimentare l'idea che i disabili sono un costo parassitario, che la societa' non si puo' permettere in tempi tanto difficili. Non tira una bell'aria — nemmeno nelle piccole cose.
lunedì, 13 febbraio 2012
Siamo tutti attoniti dalla lista delle vittime: il giudice sta leggendo i nomi dei morti da quasi mezz'ora e siamo alla S (era solo un primo elenco, dopo mezz'ora siamo tornati alla A). Poi ci saranno tutti i malati.
P. S. C'e' gia' polemica se i 16 anni di reclusione siano troppi o troppo pochi. A me interessa poco, passato il principio della colpevolezza: mi interessa di piu' capire — anche se so che e' un ragionamento giuridicamente inconsistente — se i circa 250 (180, a contar meglio) milioni che i responsabili dovranno pagare in risarcimenti siano piu' o meno dei profitti che l'Eternit ha ottenuto omettendo le misure di sicurezza. Perche' se alla fin fine l'Eternit ci avesse guadagnato lo stesso, sarebbe una triste, tragica ironia — e un incitamento a correre analoghi rischi anche per il futuro.
mercoledì, 8 febbraio 2012
Una riflessione estemporanea, che mi e' venuta stasera: uno dei vantaggi importanti della temperie politica inaugurata dal governo Monti e' la totale scomparsa dalle scene nazionali di Matteo Renzi.
domenica, 5 febbraio 2012
Tra Barbaresco e Treiso, oggi pomeriggio