lunedì, 5 settembre 2011
Abbiamo iscritto It a una scuola elementare pubblica a tempo pieno, dove tutti gli altri bambini fanno quaranta ore. Dato che It e' disabile, non gli sara' concesso di frequentare per piu' di venticinque ore settimanali.
Sono io che non capisco — e' a me che sfugge qualcosa — o e' una cosa assurda, discriminatoria, ingiusta e probabilmente incostituzionale? Per favore, illuminatemi. Davvero.
Sono loro che non capiscono o fingono di non capire. Credo che voi riuscirete a ottenere che vostro figlio frequenti come gli altri; ma quelli che non hanno strumenti per affermare i propri diritti ?
@gianni: per ora pure noi abbiamo sbattuto contro un muro. La scuola che un po' dice che non ha risorse, un po' che puntano sulla qualita' e non sulla quantita'; la neuropsichiatra dell'ASL che dice in buona sostanza "ma che *** volete che avete gia' tutto quel che il pubblico puo' dare", ecc. ecc. Di fatto hanno scaricato totalmente su di noi il problema.
Ci tocchera' programmare il passaggio a un'aborrita scuola cattolica, probabilmente.
Anche a Milano e dintorni funziona così (anzi forse ancora peggio).
Ma possibile che non si può fare proprio niente, si deve mandare giù e basta?
Io sono ancora agli inizi (ci confronteremo quest'anno con il primo anno di materna) ma vedo che anche genitori determinati e informati come siete voi, alla fine capitolano……..
Il più agguerrito che conosco è riuscito a farsi dire "Lei può lasciare qui il bimbo a tempo pieno, se accetta però che sia in giro a "pascolare"…..
Mi sembra assurdo per i bambini, assurdo per i genitori, assurdo dal punto di vista morale ed economico (un bimbo che va a scuola solo 25 ore econdanna un genitore a non lavorare e quindi anche lo stato viene privato di tutta la contribuzione con la quale potrrebbe benissimo pagare le ulterori 10 ore settimanali che fanno la differenza).
Ma poi mi domando più i nostri figli progrediranno e si renderanno autonomi meno lo Stato dovrà spendere in futuro per assisterli. O no?
Si chiama discriminazione. Abbiamo avuto lo stesso problema con dei bambini rom, in una nota scuola pisana. Esiste un regolamento che vieta di inserire più di 3 bambini rom per classe, il risultato che è 2 fratelli sarebbero stati inseriti in scuole diverse. Abbiamo dovuto lottare parecchio e abbiamo chiesto che questa cosa venisse chiamata con il suo nome, discriminazione in base alla razza. Nel vostor caso non è in base alla razza, ma alla disabilità. Noi ce la facemmo allora, con non pochi sbattimenti. Magari questo è di augurio. (No, la scuola cattolica no)
@Arianna: per il momento a quanto pare non c'e' niente di concreto che possiamo fare, a parte ammattire per far quadrare le giornate. Anche perché l'alternativa sarebbe lasciare It a "pascolare nei corridoi" e litigare da subito con le insegnanti…
Quanto alla scuola cattolica, purtroppo e' l'unica che sembra aver mostrato un po' di attenzione ai bisogni veri di It e nostri. In ogni caso, ormai non se ne parla prima dell'anno prossimo.
Se può consolare, e lo farà ben poco, se abitasse a Calci, o Vicopisano, o Asciano, sarebbe perfettamente integrato e per niente discriminato, da 2 anni tutti e tutte fanno 24 ore di scuola dalla I elementare.
Mi domando se qualcuno ha mai considerato la situazione da un altra prospettiva, ovvero quella della frustrazione che può provare un bambino con delle difficoltà di questo tipo.
Più semplicemente, a volte è discriminazione, altre volte una tutela per il bambino: qualche volta è chiedergli troppo sopportare 40 ore di tale frustrazione, sociale e cognitiva, a volte così troppo che può anche annullare quello che di buono può e riesce a fare.
Belinda
chiedo venia per l'apostrofo…errore di battitura non grammaticale.