lunedì, 29 agosto 2011
Un mese intero di vacanze senza internet, senza posta elettronica — senza nemmeno mettere il naso sul blog, o su FF, o su Flickr. O sui siti di notizie.
Per certi versi e' stata dura — ti rendi conto di quanta informazione utile e pratica diventa difficile da reperire se non puoi semplicemente cercarla in rete, come sei abituato a fare. Dall'orario di un museo ai percorsi stradali su Google Maps, al sapere se in una citta' c'e' una piscina coperta (informazione indispensabile in Normandia, dove piove sempre — e con un figlio come It, che ritiene la sua nuotata quotidiana un diritto divino).
E poi, la preoccupazione sotto sotto di perderti qualche novita' importante. Che cosa diavolo stara' succedendo in Italia? E quella mail di lavoro che aspettavo? E la mia posta privata, con i suoi millanta messaggi?
Poi torni a casa e scopri che in Italia si parla ancora esattamente delle stesse cose di cui si parlava prima: la manovra bis, il caso Penati, l'abolizione delle Province, il caso di Avetrana, Tremonti che litiga con Berlusconi e poi tutto finisce in burla — e che nessuna novita' *vera* c'e' stata (non che nel resto del mondo siano successe piu' cose, a quanto pare: Gheddafi stava cadendo un mese fa e ancora non e' caduto, di sanzioni alla Siria si parlava allora e ancora si parla adesso, e cosi' via). Quanto alle mail aziendali — sembra che tutte le urgenze del ventinove luglio siano slittate senza colpo ferire al dieci settembre. E dei trecentocinquanta messaggi arrivati sulla posta privata — piu' o meno trecentoquarantotto si potevano cancellare senza nemmeno leggerli.
E allora forse forse puo' valer la pena di staccarla davvero la spina, un mese ogni tanto — e di godersi di piu' la possibilita' di zittire il rumore di fondo dell'informazione — in rete e non.
Beh — ricreazione finita — si ricomincia. I blog degli amici pero' me li vado a leggere tutti, post per post. Se non sono stati fuori dal mondo anche loro.