lunedì, 27 dicembre 2010
Per noi i giochi di It sono tra gli aspetti piu' misteriosi del suo modo di essere. Completamente estraneo ai giochi di finzione, al gioco simbolico, abbastanza refrattario a quelli di rappresentazione e di imitazione, It ha logiche per lo piu' molto elementari, di puro piacere sensoriale (lanciare oggetti, sbatterli ritmicamente — e altre attivita' capaci di far saltare i nervi dopo dieci minuti a qualunque adulto neurotipico), in cui evidentemente la ripetizione e' un pezzo importante del divertimento e della soddisfazione.
Altre volte si addentra in giochi piu' complessi, fatti di regole che ci sfuggono completamente, ma il cui rispetto e' cruciale (una serie di oggetti *deve* essere messa in un ordine preciso, poi spostata da un luogo a un altro, sempre rispettando una sequenza — o passando da una parte invece che da un'altra) — sono giochi di cui non riusciamo a indovinare un senso, una finalita' — e talvolta nemmeno a capire che cosa possano avere di piacevole o di divertente: ma lo sono evidentemente, tanto che riescono ad assorbirlo a lungo e che si irrita molto quando il loro "ordinato" svolgimento viene turbato dall'intervento improvvido di qualcuno che non sa giocare "nel modo giusto".
[Si', lo sappiamo bene che questi sono i classici giochi autistici fatti di regole rigide, di iterazioni non finalizzate, di fissazioni, ecc. ecc. -- e che il bravo genitore da manuale in questi casi interviene a interrompere il comportamento ripetitivo, a proporre una interpretazione "sensata" del gioco, ad inserirci una trama, una storia sociale, a distogliere il bambino da queste "perdite di tempo" per proporgli attivita' dotate di "valore". Ma onestamente non la pensiamo proprio cosi' -- sappiamo che It trova un senso in quello che fa, che e' qualcosa in cui raggiunge una soddisfazione ed un equilibrio, almeno il piu' delle volte -- e non troviamo giusto impedirgli di giocare da bambino autistico solo perche' noi NT non capiamo quel che fa. Certo, ci sono situazioni in cui e' evidente che nemmeno lui trae piacere da quel che sta facendo, che e' rimasto per cosi' dire intrappolato in un loop e che il divertimento si trasforma in frustrazione -- e *allora* e' il momento di deviare la sua attenzione verso qualcos'altro. Ed e' anche vero che a volte siamo *noi* che abbiamo bisogno di interromperlo, perche' i nostri nervi stanno cedendo dopo un pomeriggio in cui una scatola di latta viene (ordinatamente) riempita di oggetti (sempre quelli!), messa in cima a uno scaffale, fatta cadere di sotto e via da capo. E allora si prova a entrare nel suo gioco -- o meglio ancora a proporgli qualcosa di diverso e di attraente. Non e' detto che le nostre proposte abbiano successo, beninteso: It sa fin troppo bene che cosa vuole, il piu' delle volte...]
Ma sto divagando. Il punto e' che oggi pomeriggio It — tutto preso da uno dei suoi giochi per noi incomprensibili — a un certo punto ha afferrato il suo adorato pupazzo di Buzz Lightyear (una meraviglia animata e parlante, con le lucette, il casco che fa swish, le ali che si aprono e tutto l'armamentario), lo ha fatto salire sull'angolo del tavolo del soggiorno, di li' lo ha accompagnato in un volo a testa in giu' e ad ali aperte, fino a farlo rimbalzare sulla sua adorata palla della Pixar, strategicamente piazzata sul pavimento — lo ha fatto atterrare in piedi su un'automobilina parcheggiata sul bracciolo di un divano, con la quale, a mo' di skateboard, il nostro astronauta e' partito in scivolata verso l'infinito e oltre. D'improvviso — rivelazione — mi sono reso conto che stava ricreando *questa scena*.
Pochi secondi dopo era gia' tutto affaccendato in qualcos'altro (lui non si e' reso conto del mio stupore e io non ho avuto la presenza di spirito di provare a entrare subito nel suo gioco per condividerlo) — ma per un attimo ci si e' aperto uno spiraglio su uno degli aspetti piu' oscuri del mondo di nostro figlio. Non che questo apra chissa' quali prospettive, certo. Ma trovare un terreno comune e' sempre prezioso — e mi andava di raccontarvelo.
P. S. Ho dovuto cambiare (due volte ormai) il link al filmato, perche' la Disney ha fatto rimuovere da YouTube il video lamentando la violazione del copyright. Ineccepibile, ma comincio ad essere stufo di questa gente che si lagna delle tonnellate di pubblicita' virale e gratuita che ottiene attraverso siti di video sharing. Come se It non ci costringesse a pagare un salatissimo balzello in DVD e Blu-Ray alla suddetta Disney — anche perche' la sua passione e' alimentata proprio da quel che trova sul Tubo.