domenica, 17 ottobre 2010
Il ministro La Russa propone che nel centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia vengano traslate in Italia le salme degli ultimi due re d'Italia, Vittorio Emanuele III ed Umberto II.
Su Umberto II posso anche non avere obiezioni, purche' venga sepolto in forma privata e certamente non al Pantheon.
Ma Vittorio Emanuele III, firmando le leggi razziali, tradi' il patto con i suoi sudditi — e molti dei suoi sudditi ebrei non hanno potuto tornare in Italia nemmeno da morti, perche' le loro ceneri sono state disperse nel cielo dei campi di sterminio. No, il re fellone non ha diritto di tornare in questo paese neanche da morto.
P. S.: Ma, di questi tempi, La Russa non ha proprio niente di piu' serio a cui pensare? che so, la sicurezza dei nostri soldati in Afghanistan?
Mi par di ricordare che, durante un talk show di parecchi anni fa, già Amedeo di Savoia-Aosta avesse caldeggiato la medesima traslazione nel Pantheon dei resti del consanguineo "re e imperatore", il cui regno — in fin dei conti, suvvìa… — avrebbe potuto esser paragonato "per durata a quello Cesare Augusto". Ciò che però allora mi parve più vergognoso fu l'unanime, pacifica accoglienza riservata a una tal bronzea spudoratezza da parte di pubblico e intervistatore (forse Maurizio Costanzo? Chi ha memoria migliore della mia mi sovvenga, o mi contraddica… ).
@Palladas: La memoria non mi assiste nel caso specifico. Ma che la pretesa non sia nuova — lo ricordo bene — e in un certo senso mi offende ancora di piu' perche' periodicamente riemerge.
Personalmente, se mai dovesse accadere che Vittorio Emanuele III torni in Italia, mi riprometto di andare a tirar sassi sulla sua bara.