lunedì, 14 settembre 2009
Ho una voglia matta di entrare in aula, domani, e di conoscere i miei nuovi alunni. Ho una voglia matta di insegnare latino. E storia (antica). E letteratura. E la grammatica italiana. Dopo anni e anni di triennio liceale, ho scientemente deciso di cimentarmi con una prima liceo (linguistico). Niente di scontato. Tutto da costruire. O comunque da non sciupare. Interesse, curiosità, motivazione. Passione. Cavoli, a me insegnare piace da matti, nonostante tutto.
Cosi' Floria, nel suo post di inizio anno. A lei — e ai suoi colleghi che lavorano con entusiasmo e competenza nonostante tutto — un grazie di cuore. A mia figlia, che inizia la seconda liceo, l'augurio di trovare qualche prof come Floria. A un mio ex alunno, uno tra i piu' cari, oggi precario falciato dalla Gelmini, l'auspicio di poter tornare a scuola, come merita, in tempi migliori. E — per quanto riguarda me — un po' di nostalgia per il piu' bel mestiere del mondo (e un po' di sollievo per lo scampato pericolo).
Grazie a te, Angelo, per la citazione. E naturalmente mi unisco all'augurio indirizzato al tuo ex alunno. Non è un caso che i colleghi con i quali lavoro meglio sono, spesso, i più giovani. Il danno che si sta facendo, disperdendo la loro energia, il loro entusiasmo, la loro passione, grida vendetta.