mercoledì, 14 gennaio 2009
Dall'articolo del rabbino capo di Venezia, pubblicato sul mensile dei Gesuiti Popoli (ma vale la pena di leggerlo per intero), sulle ragioni dell'interruzione del dialogo tra Ebraismo italiano e Chiesa cattolica:
Se io ritengo, sia pure in chiave escatologica, che il mio vicino debba diventare come me per essere degno di salvezza, non rispetto la sua identità. Non si tratta, quindi, di ipersensibilità: si tratta del più banale senso del rispetto dovuto all'altro come creatura di Dio.
Ecco, il punto e' esattamente questo: la Chiesa — in tutti i suoi rapporti con chi cattolico non e' — non mostra il minimo rispetto per le identita' altrui e pretende assoluto rispetto per la propria. E' per questo che qualunque dialogo e' inutile, oltre che impossibile, per gli Ebrei come per un gentile "diversamente pensante" come me.
E' significativo per altro che il TG1 ieri sera si sia affannato a rappresentare una rottura squisitamente teologica come una presa di posizione strumentale legata alla crisi di Gaza — e che Casini se ne sia uscito con dichiarazioni come queste. QED
Non lo ha mai mostrato il minimo rispetto, anzi un tempo ti accendeva il fuoco sotto i piedi se la pensavi diversamente.
Casini, prete mancato, non poteva che dire quello che ha detto. Ma quanti ce ne sono come lui.
Gianni