giovedì, 8 gennaio 2009
Leggo su Repubblica che e' in Parlamento una proposta di legge che vorrebbe riconoscere lo status di militari combattenti, alla stessa stregua dei partigiani e dei soldati delle forze armate del Regno d'Italia, ai repubblichini di Salo' — non solo: ma di concedere loro, sullo stesso piano di tutti gli altri, un'onorificenza modellata su quella dei Cavalieri di Vittorio Veneto, con tanto di pensioncina.
Quel che penso di iniziative del genere — e piu' in generale del tradimento perpetrato dai miliziani repubblichini, l'ho scritto in altre occasioni simili — non ho cambiato idea di una virgola. In questo caso mi pare che l'indecenza sia ancora piu' grave per il programmatico, esplicito desiderio di mettere sullo stesso piano combattenti per la liberta' e volenterosi complici dell'occupazione straniera e dell'oppressione. E sono certo che nessuno dei pochi partigiani ancora tra noi accettera' un'onorificenza condivisa con i fascisti delle Brigate Nere.
Spero che — come nei casi precedenti — l'iter parlamentare si insabbi. In caso contrario, sarebbe la pietra tombale sul mio personale senso di cittadinanza di questo paese.
Questa della RSI è una penosa saga tutta nazionale. La riconciliazione c'è già stata ai tempi di Togliatti (un comunista che addolcì parecchi processi a criminali collaborazionisti). E' stata reinscenata dalla coppia D'Alema-Fini e adesso questo governicchio vuole tirar fuori un premio. Se premiano dei traditori, difficile mantenere la lealtà al paese: prevedo un bonus di reclutamento per attori stranieri statali e non statali.