domenica, 20 gennaio 2008
(volevo scrivere una scalfarata domenicale, ma l'originale verte oggi sugli stessi argomenti che avevo in mente io — e ovviamente le scalfarate di Scalfari sono meglio delle mie — quindi lascio soltanto il titolo e il post-scriptum)
Venerdi' ci sono stati altri quattro morti sul lavoro. Oggi, domenica, un altro altri tre*. In un anno, mediamente, sono 1300 — un numero che non si riduce significativamente da anni. Significa quasi sei vittime per ogni giorno lavorativo. Un morto ogni diciassettemila occupati l'anno; ma, dato che non ci sono praticamente morti sul lavoro nel settore dei servizi, l'incidenza vera e' di uno su settemila nei settori dell'industria, dell'artigianato e dell'agricoltura.
E di che si discute in questo cavolo di paese? Di che si occupano i politici e di che si occupano gli strenui difensori cattolici della vita? Di che parla il sindacato? Dobbiamo davvero pensare che chi lascia la pelle sul lavoro e', come diceva ieri Gad Lerner, un morto di serie B. Quel che conta e' ben altro — e' se il Papa ha o meno parlato all'inaugurazione dell'anno accademico della Sapienza.
* fonte: GR1 delle 8.00, lunedi' 21 gennaio.
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