venerdì, 30 novembre 2007
Sono sicurissimo che non la digeriro' — ma io l'enciclica di Ratzinger me la leggo e me la studio. Poi, se a qualcuno interessa discutere di teodicea e di altre cosette del genere — magari ne parliamo.
Sono sicurissimo che non la digeriro' — ma io l'enciclica di Ratzinger me la leggo e me la studio. Poi, se a qualcuno interessa discutere di teodicea e di altre cosette del genere — magari ne parliamo.
Gli ineffabili signori Savoia chiedono allo stato i danni per l'ingiusto esilio subito, ma anche la restituzione dei beni confiscati alla Casa Reale con l'avvento della Repubblica. Solo per memoria, a chi si facesse venire il dubbio che esilio e confisca siano stati davvero ingiusti, faccio presente che le leggi razziali furono promulgate dal penultimo re di Casa Savoia, Vittorio Emanuele III: un atto di fellonia nel senso tecnico del termine, in quanto il sovrano e' venuto meno all'obbligo di protezione nei confronti dei suoi sudditi.
Il re fellone
Che Casa Savoia se la sia cavata con la perdita del trono, la confisca dei beni e l'esilio e' appena il minimo che civilta' e decenza possano dettare: una volta ai felloni si tagliava la testa. Che poi i discendenti del re fellone siano tornati in Italia, a distanza di tanti anni, e' probabilmente giusto. Ma sarebbe igienico che cercassero di passare il piu' inosservati possibile — e che cercassero di far dimenticare chi sono — e da chi discendono. E che non ci facessero pensare troppo ai danni che l'Italia avrebbe diritto a chieder loro, in quanto nipoti e bisnipoti di tanto progenitore.
E' vergognosamente poca e non si e' fermata nemmeno per tre ore — ma e' gia' piu' di quella che si e' vista in tutto l'inverno scorso.
Secondo il TG1 di questa sera Berlusconi avrebbe dichiarato che nel nuovo partito delle liberta' tutto sara' deciso dal bassoBasso.
E' difficile sfuggire alla sensazione che questo paese abbia qualche serio problema di memoria storica, quando si leggono, nella stessa giornata notizie come questa, questa e quest'altra.