giovedì, 31 maggio 2007
Le vicende del PD appassionano poco. Perfino uno come me che parla di costituzione del Partito Democratico dal 1995. O forse proprio per questo. Dodici anni sono troppi perche' le formule non ammuffiscano.
Pero' la fretta di tanti per arrivare all'assemblea entro l'estate sembra sospetta e pelosa. Ci abbiamo messo dodici anni per arrivare fin qui — non si capisce bene come possano essere tre o quattro mesi a fare la differenza.
A meno che. A meno che l'obiettivo dei frettolosi non sia quello di impedire ancora una volta che il processo di costituzione del PD sia un processo di partecipazione politica di massa. Se si va all'assemblea in un mese e mezzo, i giochi sono fatti: gli apparati di partito sono gli unici che riescono, per quanto scaciati, a mettere insieme gente e forze in cosi' poco tempo — e tutto si risolve in un gioco tra di loro.
Se invece si da' tempo da qui a ottobre, se si riapre un dibattito vero (sul manifesto, sulle grandi questioni, dalla laicita' alle liberalizzazioni, dalla previdenza all'innovazione, dalla politica internazionale all'ambiente) — si rischia di arrivare a un'assemblea *vera*, in cui non e' detto che il "popolo delle primarie" non finisca per turbare qualche equilibrio pensato con il bilancino.
Io credo che proprio per questo Prodi abbia fatto bene a battere un po' di pugni sul tavolo. Ora la palla sta a chi quel tempo conquistato deve usarlo per dare passione e contenuti — e cuori e persone — a un PD che per il momento pare un golem eterodiretto — e per colmo di sciagura pure gracile di costituzione fisica. Le cose che diceva Mercedes Bresso qualche giorno fa sulla Stampa (non trovo il link, provo a ripescarlo stasera) sul percorso da qui all'assemblea mi sono piaciute: la aspettiamo al varco.
(e per il segretario del PD, se proprio vogliamo dedicarci allo sport delle nomine: Anna Finocchiaro. Perche' e' brava, perche' e' laica, perche' e' una donna, perche' non rappresenta la gerontocrazia)*
* Dimenticavo: perche' e' siciliana — ed e' vero che c'e' in Italia una questione settentrionale, e che e' strategica, ma e' anche vero che la questione meridionale e' altrettanto strategica e non possiamo permetterci il lusso di ignorarla o di lasciarla a Mastella.