giovedì, 26 ottobre 2006
Certamente molti, tra cui Elena e Marco, la sanno assai assai piu' lunga di me in argomento, ma non posso fare a meno di esprimere quanto mi abbia colpito dell'Olanda il modo in cui i suoi abitanti (credo non solo olandesi purosangue) usano la bicicletta, vera regina delle strade nei Paesi Bassi. In genere alla bicicletta e al suo uso intensivo vengono associate immagini di un mondo piu' gentile, con meno stress e inquinamento, un'arcadia urbana che in Italia si materializza nella retorica delle domeniche senza macchina promosse dalla varie amministrazioni comunali quando i livelli delle polveri diventano drammatici. In Olanda ho scoperto che la faccenda può assumere aspetti assai diversi.
Nelle citta' piu' piccole cha abbiamo girato ogni tanto capitava di rischiare di essere investiti da ciclisti scampanellanti, ma ho pensato che fosse solo colpa della nostra distrazione e scarsa abitudine a fare attenzione alle biciclette, che tra l'altro, a parte appunto il campanello, sono mezzi che tiarrivano silenziosamente addosso. Ma ad Amsterdam, specie camminando sui canali, ho realizzato che non era una coincidenza: il ciclista olandese (ripeto forse non necessariamente nato in Olanda, ma certo addestrato da almeno un po' di pratica) medio non prende minimamente in considerazione l'idea di scartare un ostacolo umano, ma mira sostanzialmente ad abbattere bersagli per poi fare le tacche sulla canna della bicicletta. Il suo obiettivo piu' comune e' sicuramente il pedone, specie se viene beccato sulla pista ciclabile dove il malcapitato si e' rifugiato in assenza di marciapiede (mi sa che in Olanda preferiscono in caso di scarsita' di spazio fare la ciclabile piuttosto che il marciapiede). Allora il ciclista olandese, come si spiega nello spassoso Undutchables (sorta di manuale umoristico sull'olandesita' per residenti stranieri), mira al suo bersaglio, gli si avvicina alla massima velocita' e suona il campanello, al che il poveretto cerca di buttarsi in qualche direzione che è comunque sbagliata, perche' sicuramente il mostro a due ruote si dirigera' verso quella stessa direzione, per costringerlo quanto meno a un salto disperato.
Ancora piu' ingenuamente ho pensato che avrebbe risolto il problema noleggiare una bicicletta e entrare a far parte della schiera dei piu' forti. Peggio che mai. Perche' se il ciclista olandese e' affamato di pedoni, e' ancora piu' atttratto dai ciclisti stranieri e spaesati, che vanno piano perché non sanno bene la direzione, per guardare il paesaggio o perche' semplicemente non hanno motivo di correre. Allora il ciclista olandese da' il suo meglio, come sa il povero Angelo che, dopo essersi fermato per fare spazio ad una ragazza che veniva da dietro e che gli aveva scampanellato con grande energia, ha rischiato di venire completamente travolto dal tentativo di lei di superarlo sulla destra. Al che la fanciulla non ha trovato niente di meglio da dire che "Jesus, dont'you stop!". Suppongo che a suo avviso l'intruso dovesse magicamente sparire.
Insomma sono arrivata alla conclusione che tutti devono trovare uno sfogo nella vita. Cosi' il popolo piu' tollerante del mondo, quello che ha dato i natali a Grozio, Erasmo, Spinoza e tanti altri profeti di apertura mentale, esaurita da secoli la fase del colonialismo selvaggio, abbia trovato uno sbocco ai sentimenti negativi sulle biciclette. Quelle olandesi, naturalmente, con il freno a pedale la cui scarsa utilita' dimostra l'uso che il batavo intende fare della bicicletta.
P. S. Le biciclette c'erano anche ad Anversa, Belgio, a pochi chilometri dall'Olanda, e le abbiamo usate anche lì, e posso assicurare che funzionava diversamente. Li' bastava sopravvivere alle rotaie dei tram, che a volte puo' essere uno scherzo mica da poco…
Undutchables è spassoso, sono d'accordo. Amo molto la descrizione delle toilette, questo metro quadro decorato a piacere dai padroni di ogni casa olandese, con il calendario dei compleanni e quant'altro.
Parlando di bici confermo l'indole un po' assassina degli olandesi.
E' che in effetti la bici viene usata come un'automobile, e quindi esistono le rush hours e i malumori.
Marco attraversava la città in bici in 45 minuti per raggiungere il suo ospedale, io portavo in 30 minuti(comprensivi di 5 passati in barca per attraversare l'IJ ) Marta a scuola.
Una cosa bella è prendere al volo il giornale del mattino (robaccia, lanci di agenzia e previsioni del tempo, ma si legge attraversando la barca e in metro e se lo metti sotto la maglia ripara dal freddo se vai in bici d'inverno), ma se non sei passata in una rush hour alle 7-7.30 dubito che tu abbia visto questa scena.
La scala di pericolosità dei veicoli su strada ad Amsterdam però è certamente:
–motorette dei take away
–tram
–bici
–taxi
–auto
Ma se ti si buca la ruota o hai un problema gliolandesi si fanno in quattro per aiutarti, specialmente se hai un pargolo.
Ecco, ora mi hai fatto veramente venire nostalgia dell'Olanda ^_^
Qui a Trento le piste ciclabili in città sono un vero disastro, la mia amica olandese Nicole non crede ai suoi occhi. Le macchine sono arroganti e ti suonano come per dire "togliti di mezzo". E i bus emettono dei gas orribili tanto che l'altro giorno ero a una cinquantina di metri dietro a uno di questi (in bicicletta) e avevo al gola che mi faceva male.
Sai, il Trentino.
Premetto che qualsiasi cosa io possa dire degli olandesi, e' un appunto a fronte delle cose che invece si possono dire degli italiani. Ad ogni modo il punto e' proprio che se la bicicletta e' il mezzo ordinario per spostarsi il ciclista perde i normali connotati di scarsa pericolosita' per trasformarsi in un membro di una classe dominante, a volte magari un po' spregiudicato. Non dubito che in caso di difficolta' l'olandese sappia essere assai gentile, pero' ho anche notato che gli automobilisti locali sono anch'essi impazienti e assai propensi a ricorrere al clacson alla minma esitazione ad un semaforo o comunque ad ogni rallentamento, proprio come i ciclisti scampenellano nervosamente. Mi e' parso un po' uno stile comune, insomma, ma certo posso sbagliare data la mia limitatissima esperienza.
Interessante.. ne ho parlato anch'io qui
http://guide.dada.net/olanda/interventi/2005/12/236643.shtml
Mi piacerebbe riportare questo tuo articolo nel mio blog citando l'autore come altro granello di testimonianza dello stile di vita olandese..
Il fatto è che gli olandesi hanno (anche loro) una componente di arroganza mica da ridere. In molte situazioni riescono a controllarla, quando vanno in bici no.
Questa cosa dell'arroganza degli Olandesi mi colpisce e mi sembra quasi un paradosso. Ma come: sono il popolo della tolleranza per eccellenza…
Mah, secondo me qualche dubbio sulla reale tolleranza degli olandesi è lecito averlo. Appena ho un po' di tempo vedo di elaborare.
Concordo sui dubbi di Marco circa la tolleranza degli olandesi. Ma vedo che ha già scritto un post a riguardo.
Sono d'accordo con Marco e nutro forti dubbi sulla tolleranza olandese. Per non parlare dello spirito di accoglienza… dopo 9 mesi nei Paesi Bassi non vedo l'ora di tornare a casa. Unica nota positiva: finalmente riesco ad attraversare la strada sulle strisce pedonali (Nico, provincia di Milano).
[...] Saltando da un Blog all'altro ho trovato un articolo interessante sui Ciclisti in Olanda di Waldorf, "The Rat Race" che rispecchia esattamente quanto ho detto prima. Behh.. ringranzio l'autore per avermi concesso di inserire in questo blog un altro granello di testimonianza sullo stile di vita olandese ! [...]