venerdì, 29 settembre 2006
Trovo parecchio fastidiosa, personalmente, la vicenda ormai tormentone della bambina bielorussa sottratta o forse rapita dai coniugi italiani affidatari "stagionali" con la complicita' delle cosiddette "nonne". Capisco che il bene di un bambino venga al di sopra di ogni altra cosa, ma c'e' una prepotenza di fondo in questa storia che non mi sembra tollerabile. Sembra che i protagonisti abbiano stabilito che la legge si rispetta finche' ci va bene, quando poi decidiamo che non ci torna ce ne freghiamo perche' siamo superiori. Cosi' i due non-genitori, che forse non hanno accettato fino in fondo il carattere provvisorio della loro genitorialita' che caratterizza e rende a volte dolorose le situazioni di affidamento, hanno agito con l'aria di ritenere di avere il coltello dalla parte del manico e di poter tenere tutti in scacco. Peccato che il loro vantaggio derivasse dal fatto che avevano commesso un reato e che cosi' comportandosi abbiano danneggiato altri bambini che non c'entravano nulla.
Forse al loro posto mi sarei comportata come loro, non so, eppure c'e' qualcosa che non va. Magari e' il fatto che anche i valori ritenuti superiori andrebbero fatti valere nelle forme dovute, senza l'assoluta presunzione di avere ragione. E in fondo forse anche le autorita' bielorusse, considerate ovviamente come sospette e inaffidabili a priori, dal loro punto di vista potrebbero avere delle ragioni di non fidarsi.
Amen, Waldorf, amen!
Quoto e concordo.
Ma è un'abitudine molto italiana quella di costruirsi lo Stato "su misura" rispetto alle proprie idee e alle proprie convinzioni.
Ossia scegliersi solo quelle norme che ci piacciono, e ignorare più o meno le altre.
Il rispetto delle regole è pesante in un paese come l'Italia dove le regole sono spesso fatte male, per coprire spudorati interessi di parte (di destra e di sinistra).
Tanto per fare un esempio, ho visto qualche giorno fa un servizio tutto entusiasta del fatto che grazie al famigerato indulto, a breve la Baraldini sarà libera.
Con il che, fra l'altro, abbiamo anche chiarito che l'indulto non serviva ai poveracci, ma agli amici degli amici.
Mio fratello usa dire che in Italia c'è la tendenza a "condannare a morte Socrate": ossia, si prevedono e magari si infliggono pene pesantissime, sapendo che poi la persona troverà il modo di scamparla.
Come si fa ad avere rispetto delle regole in queste condizioni ?
Ahimè l'indulto, che capitolo doloroso! Ho evitato di parlarne perche' avrei sproloquiato per pagine su tutti gli aspetti francamente indigeribili della questione. Cerco di controllarmi e di limitarmi a dare piena ragione a Paolo Bizzarri. Il riconoscimento dell'indulto alla Baraldini, al di la' della comprensione per la vicenda umana non e' certo un incoraggiamento al rispetto delle regole o al rispetto degli impegni. Ma non voglio continuare oltre, meglio dominarsi…
Da ignorante della materia giuridica e legislativa, mi piacerebbe fare un post per discutere un po' di più sullo scarso rispetto della legge da parte di chi le leggi le fa.
In particolare, sull'abitudine di tanti politici (in particolare politici locali) di usare lo strumento legislativo per risolvere problemi di gestione, facendo leggi inutili con sanzioni o inapplicabili o assurde.
Mi viene in mente Pisa e la raccolta differenziata: siccome non si riusciva a farla su base volontaria, si è imposto un obbligo di farla, tenendosi la spazzatura in casa e imponendo multe fino a 500 euro per i trasgressori.
Sanzione inapplicabile e inutile: inapplicabile, perchè ti immagini il vigile che va a multare il pensionato di 500 euro ? E se quello non paga cosa fai, gli sequestri la pensione ? E inutile perchè il problema, in questo caso, è di gestione, e la legge è inutile per correggere un comportamento diffuso.
Che ne pensate ?