martedì, 15 novembre 2005
Sono un lettore assiduo di Repubblica fin dal primo numero (avevo quattordici anni ed e' stato il primo quotidiano che ho comprato con i soldi miei) — salvo due brevi e sfortunati periodi di infedelta', uno quando usci' L'Indipendente di Ricardo Franco Levi (tentativo di giornalismo pacato e sottovoce: piacque solo a me e infatti ebbe la triste sorte di essere trasformato rapidamente nel suo contrario e dirottato a destra), il secondo per la Voce montanelliana, pure lei costretta ad ammainare bandiera dopo pochi, indimenticabili mesi.
Ma leggere in una sola giornata sulla prima della Stampa questo articolo di Gian Enrico Rusconi, questo di Gramellini e soprattutto questo di Avraham Yehoshua* mi ha convinto: divento bogia-nen anche nel giornale — e mi libero del fastidioso stile superficial-strillato di Repubblica in campagna elettorale.
* Di questo articolo riparlero' — dice cose interessanti, forse non tutte convincenti — ma che danno ragioni di pensare parecchio.
Sinceramente, il panorama dato dalla carta stampata è gramo ben. Si possono, a parer mio, trovare dei periodi felici che appaiono e scompaiono in modo del tutto casuale (almeno apparentemente) in ogni giornale.
ps
Lo compravo anche io L'Indipendente, mamma quanto tempo ;)
…io leggo la Stampa da quando ero piccolo… anche se ultimamente, lavorando all'estero e dovendomi esclusivamente basare sulle versioni on line, sto passando dalla parte di Repubblica (e del Corriere). che sono -interamente- consultabili on line, mentre la Stampa lo è solo in Parte…
Grazie del consiglio.
Uno dei vantaggi del vivere in Italia è (sarebbe) poter comprare molto facilmente e ad un prezzo accettabile un quotidiano che capisco.
Il problema è trovarne uno che val la pena di essere comprato, e Repubblica ha stancato pure me.
Quand'ero piccolo leggevo la Stampa a casa dei nonni, l'ho sempre considerato un giornale un po' tanto piemontese, ma forse val la pena dargli una chance.
@marco: io devo dire che non riesco a trovare un quotidiano che mi soddisfi. Il mio ideale era il vecchio Le Monde, tutto scritto e senza foto — ma mi rendo conto che e' un'idea invendibile di giornale, nel XXI secolo. La buona, vecchia, provinciale, piemontesissima busiarda mi pare semplicemente un po' meno strillata di Repubblica — e intransigentemente laica — che di questi tempi secondo me e' una necessita' assoluta di igiene mentale.