martedì, 19 aprile 2005
Leggo su Repubblica di oggi un articoletto di Vittorio Zucconi intitolato "Il camino del mondo", avente a spunto la fumata nera dopo la prima votazione al conclave, e lo riporto fedelmente:
"Mentre la Piazza gridava “E’ bianca! E’ bianca!” nella solita illusione ottica del primo sbuffo leggero, migliaia di macchine fotografiche impressionavano milioni di megabytes nelle loro memorie digitali. Reti di telefonini a microonde si bloccavano per l’overdose di chiamate. Ondate di segnali bucavano alla velocità della luce l’atmosfera terrestre per raggiungere da qui i satelliti e poi rimbalzare indietro. E noi stavamo in piedi sui sanpietrini, nella sera romana gia’ rigida, a fissare quel comignolo a a domandarci irritati se in questo tempo di comunicazioni istantanee interplanetarie non ci sarebbe un modo piu’ diretto di una stufa e di un camino per dire al mondo che un nuovo Papa e’ stato eletto.
Per ora non c’e’, e spero che non ci sia mai, che nessun Pontefice si lasci sedurre dall’idea di un cambio via Internet o di una stufa digitale e i nipoti dei miei nipotini provino la nostra emozione, mentre tentano di leggere i segnali di fumo. Aspettare qualche secondo perché il fumo si riveli bianco o nero, non e’ soltanto un tributo alla virtu’ piu’ bistrattata del nostro tempo, la pazienza. E’ l’immagine, la nostalgia e la voglia, di un evento famigliare e dolce come nessun altro, il ricordo di una cucina con i bambini raccolti attorno alla stufa, ad aspettare che l’acqua bolla, che un poco di calore si diffonda nel freddo umido e che un nonno buono arrivi per raccontarci la storia meravigliosa della nostra immortalità.
Alla quale possiamo tornare a credere, anche se soltanto per una sera, grazie alla stufa che fuma sulla piazza trasformata nella cucina del mondo".
Suppongo che il povero Zucconi, in questi giorni impegnato a fare il vaticanista d'assalto (ruolo in cui ha dato prova di un sentimentalismo anche piu' notevole del suo solito) sia stato colto da un blocco dello scrittore derivante dalla difficolta' di continuare a scrivere alcunche' di sensato dopo settimane in cui migliaia di giornalisti ci hanno riversato addosso tonnellate di prosa dall'odore di incenso, specie dopo che c'era stata solo una misera fumata nera. Così mi posso spiegare perche' se ne sia uscito con questa curiosa divagazione di stampo mulino bianco. Altrimenti posso ipotizzare che il fumo che esce dal famoso camino ha effetti stupefacenti e che il nostro uomo si sia convinto sotto questi effetti che la similitudine di fondo del suo pezzo era una genialata. O magari e' una combinazione dei due fattori. Fatto sta che spero che dopo l'elezione di Ratzinger nel giro di qualche giorno si smetta di riempire i giornali di simili pezzi di lirismo pontificale.
Non c'è dubbio, sugli effetti allucinogeni: ho sentito un tal Zavattaro, su RAI 1 mi pare, che delirava dopo la prima fumata.
Spero che Ratzinger viva a lungo. Non sopporterei, prima di un decennio, d'accapo, i funerali, il conclave e tutto il resto.