venerdì, 11 marzo 2005
Da anni leggo ogni settimana la rubrica "Questioni di cuore" sul "Venerdi'" di Repubblica, tenuta dalla Aspesi. A parte l'ovvia invidia per chi si guadagna la vita con un mestiere cosi' divertente come rispondere a lettere su problemi sentimentali, mi ha sempre colpito come il testo delle lettere riveli un fortissimo bisogno di mitizzare se stessi da parte degli scriventi, per cui l'enfasi si spreca a piene mani. Così c'è tutto un gergo particolare, per cui quando si vuol dire che di una persona non si è innamorati, ma che piace o le si vuole bene, si dice "lo/la adoro, anche se non lo/la amo" o si tira fuori la parola "passione" con generosa disinvoltura. Ho sempre pensato che "adorare" da un punto di vista semantico valesse piu' di amare, ma ho scoperto che mi sbaglio.
Non voglio entrare nella questione sulla autenticità o meno delle lettere di questa rubrica come di altre del genere, perché nel caso specifico, chiunque le scriva, mi pare che corrispondano bene all'attuale temperie.
Le persone comuni con cui mi capita di avere a che fare parlano delle loro faccende di cuore, spesso non proprio edificanti, negli stessi termini aulici delle lettere aspesiane, il che spiega il successo di un filmaccio come "L'ultimo bacio" di Muccino, in cui molti si sono rispecchiati nonostante la chiara fintaggine dei personaggi (ma dove sono tutti questi trentenni con problemi e soldi da cinquantenni?)
Probabilmente questo uso un po' mistificatorio dei termini del "discorso amoroso" è un modo di sfuggire alla realta' quotidiana delle storie sentimentali , la cui routine non ha molto in comune con le grandi passioni dei film e delle fiction televisive. Pero' a me la precisione del linguaggio piace e a volte mi pare proprio che sia solo una questione di corna…
Avevo appena scritto anch'io un post sulla rubrica della signora Aspesi, e controllavo su Google se fosse una "Questione" o più numerose "Questioni", quando ho trovato il suo. Dannazione (per esprimere il mio disappunto in un elegante "old style"), adesso mi vergogno delle mie personali mistificazioni, nonché del mio stile di scrittura.
Condivido appieno i giudizi su "L'ultimo bacio" e sull'attuale temperie, aggiungendo che di passioni da grande (e, ahimé, piccolo) schermo siamo ormai assuefatti, e purtroppo per alcuni sono state la vera Educazione Sentimentale dalla quale è difficile liberarsi, ma aggiungo anche che da anni conduco una guerrilla clandestina per riportare la realtà nei relazioni amorose. Hasta la victoria.
Luisa