Secondo l'
International Herald Tribune, un rapporto del Dipartimento di Stato americano ha messo in luce le discriminazioni subite dai musulmani in Europa. Nel rapporto si sottolineano tra l'altro i divieti francesi di indossare l'hijab, le dichiarazioni anti-islamiche di Berlusconi e Bossi, il clima di sospetto e di ostilita' preconcetta scatenato dalle misure antiterrorismo, e cosi' via. Il Dipartimento di Stato aggiunge che questi temi sono oggetto di preoccupazione e di monitoraggio da parte americana, e che saranno materia di discussione con gli stati europei.
Alcune considerazioni sorgono spontanee: [...]
1. Il problema è reale. Essere musulmano in Europa significa essere parte di una minoranza vista con sospetto e paura, da marginalizzare o allontanare, o, nella migliore delle ipotesi, da sottoporre all'assimilazione forzata*.
2. Il clima del dopo 11 settembre, l'incertezza economica, la retorica di guerra, le tensioni sociali stanno imbarbarendo l'Europa, la stanno schiacciando volente o nolente sul modello comportamentale della cittadella assediata.
3. In queste condizioni i musulmani sono il bersaglio ideale, perche' sono immediatamente identificabili col nemico, perche' sono fortemente "diversi da noi", perche' sono tendenzialmente stranieri immigrati e poveri, perche' sono "troppi". Ma e' un clima che si riversa su ogni minoranza: la drammatica crescita dell'antisemitismo, che giustamente allarma tanti di noi, non e' un fenomeno diverso e indipendente, nelle motivazioni di fondo. Di fronte all'insicurezza generale, tutte le diversita' sono minacciose: e prendersela con gli ebrei è nei riflessi condizionati dell'Europa "cristiana" tanto quanto paventare l'invasione musulmana. Per questo sarebbe triste e riduttivo se il seminario europeo sull'antisemitismo non esprimesse una condanna di qualunque atteggiamento di discriminazione religiosa, a partire da quella contro i musulmani.
4. In ogni caso, gli ultimi che hanno diritto di criticare l'Europa sono proprio gli Americani: sono loro responsabili di una parte notevole del clima di insicurezza, sono loro che hanno scatenato il clima di guerra fra civilta' tra Occidente e Islam. Ed e' francamente intollerabile il tono santimonioso e scandalizzato da parte degli invasori dell'Iraq e dei carcerieri di Guantanamo.
*Faccio un esempio: la proibizione del velo. Premetto che trovo il velo un segno indigeribile di sottomissione della donna, e che mi turberebbe vederlo indossato in classe o da una pubblica dipendente. Ma è significativo che il dibattito sia nato proprio su un uso religioso islamico. Se la discussione avesse riguardato la kippa o i riccioli degli ebrei ortodossi, le accuse di antisemitismo sarebbero arrivate fino al cielo. Per non togliere il crocifisso da un'aula scolastica in Italia abbiamo suscitato un caso nazionale. Mi pare un evidente caso di mentalita' discriminatoria diffusa.